TORO-DAY, 4 MAGGIO 2003:
" UN GIORNO DI ORDINARIA FOLLIA"




La cosa era già stata organizzata da un pezzo, ma chi avrebbe mai immaginato di dover manifestare l'orgoglio (ferito!) granata, proprio il giorno seguente la retrocessione del Toro ?!
Faccio un giro di telefonate agli amici di stadio per sondare il terreno delle adesioni: uno al mare, l'altro in montagna, l'altro ha le sue cose, l'altro in forse, l'altro non ce la fa.
Morale della favola, sono solo e - d'altro canto - non posso biasimare i miei compagni, perché questa "dirigenza" e questa "squadra" (le virgolette sono d'obbligo!) hanno fatto passare la fantasia a molti!
La mia partecipazione alla marcia ha però una plus valenza: devo parteciparvi anche in memoria di mio padre, scomparso circa un anno fa.
Lui ha vissuto in prima persona l'epopea del Grande Torino, con le partite al Filadelfia, gli incontri con i giocatori e quant'altro, io di riflesso, tramite i suoi racconti, mi sono innamorato di questa maglia granata ( altro che quel rosso fighetto metallizzato di adesso, che mi farebbe schifo anche per un velosolex!) e della squadra anni '70, con Pulici in pole position.
Ricordo il giorno dello scudetto, avevo dieci anni, con un bandierone del Toro e per mano a papà, fuori dal Comunale (non avevamo trovato i biglietti) in attesa del grande evento.
Piangeva papà, anche per il fresco ricordo di mia madre - tifosa anch'ella e scomparsa il novembre precedente - in preda ad un assurdo cocktail di emozioni.
Scusate, non vorrei rattristare nessuno, ma questa è la mia realtà, intrecciata a doppio filo con la squadra.

Veniamo al Toro-day.
Ore 9, varco l'ingresso del mitico Filadelfia, la gente comincia a gremire il "Tempio": vedo arrivare Gramellini, ideologo e promotore dell'iniziativa mai sufficientemente benedetto da tutti noi , Ormezzano ed altri tifosi illustri.



E' in corso una messa e la salto a piè pari (Dio è sicuramente gobbo!), passando a scattare qualche foto a ciò che resta dello stadio e del campo. Come hanno potuto lasciare degradare questo pezzo di storia a tal punto??? In Inghilterra non potrebbe mai accadere un simile scempio, da quelle parti certe cose le rispettano.
Alle 10:40, quando via Filadelfia non ha più uno spazio libero, si leva altissimo il grido "TORO, TORO!" : ho i brividi e, per fortuna, anche gli occhiali da sole, così nessuno può accorgersi che piango come un deficiente.
Si parte toccando i punti chiave del nostro passato, andando al vecchio stadio Comunale che è stato il luogo di inizio delle mie frequentazioni calcistiche. Noto che dalla torre Maratona hanno finalmente cancellato il segno della scritta "Benito Mussolini" , visibile nei giorni di attività dell'impianto ( meglio tardi che mai!)
Si passa poi in corso Re Umberto, luogo dove Meroni ha perso la vita, investito da un' auto. Tra un coro e l'altro, si sprecano i "vaffa" verso l'odiata squadra cugina dei "pigiami".
Debbo dire che, pur condividendo l'astio ( per me la Juve ha sempre simboleggiato le forze del male!) , non l'avrei tirata in ballo proprio oggi: questo è il nostro giorno, facciamo finta che non esista, proviamo ad immaginare cosa sarebbe un mondo senza la Juve; senza dubbio, un mondo più equo e solidale!!!
Vabbè, fine delle fantasticherie e si ritorna in marcia arrivando in via Roma che porta dritto a piazza S.Carlo, ultima meta.

Molta retorica - inevitabile - nei filmati d'epoca proiettati, interventi di tifosi celebri e non, di ex calciatori e allenatori. Su tutti, Gustavo Giagnoni che manca di colbacco d'ordinanza ( vista la caldissima giornata, buon per lui!) ed Enrico Annoni, il quale accusa la squadra attuale di scarso impegno durante l'anno (con buona pace della diplomazia!).
Sono partito da solo, ma ho incontrato una marea di conoscenti e amici durante il cammino e mi rendo conto che questa manifestazione potrebbe essere il simbolo di ogni tifoso di squadra di media-bassa portata, il quale ha il sacrosanto diritto di tifare per chi cazzo vuole, senza essere per forza assorbito dal business JuveMilanInter ed essere sbeffeggiato perché non vince. La fede è fede e pazienza se, negli autogrill in autostrada, non troverà il babaccetto del Toro!
Alle ore 14, il rompete le righe. In piazza Castello partono le navette per Superga, per chi vuole concludere in bellezza (e malinconia) la giornata. Io sono fra quelli perché abito ai piedi del mitico colle e perché le cose vanno fatte come si deve!
Arrivato in cima, faccio due passi, guardo la mia splendida Torino dall'alto, mangio un gelatino (il mio pranzo ) e penso di essere fortunato ad essere del Toro. Oggi, più che mai, rivendico il mio senso di appartenenza alla squadra.
Questa giornata è anche la tua, pa', granata per sempre.

Alessandro Zangarini
Torino, 17 maggio 2003