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 "Quando 
        parlano ti sembra di sentire London Calling in sottofondo. 25 anni dopo 
        il loro momento d'oro, Paul Simonon e Mick Jones si sono ritrovati per 
        GQ. Bevendo birra alla memoria di Joe Strummer." Notting 
        Hill - Pub "Cock & Bottle"
 GQ 
        : Quest'anno avete ricevuto il Grammy, siete stati introdotti nella 
        Rock'n'Roll Of Fame, avete preso il premio di NME e ora il premio "Outstanding 
        Achievement" di GQ. Perché voi, perché ora?
 Mick Jones : Credo che tutto si muova a ondate. Prima hai un periodo 
        bollente, che poi si raffredda e ridiventa ancora caldo. E' sorprendente 
        che siamo ancora in giro. Significa molto per la gente, è qualcosa 
        che vive. Lo spirito della cosa sopravvive.
 Paul Simonon : E' stato molto emozionante trovarsi a New York per 
        la Hall Of Fame. Era bizzarro ritrovarsi noi tutti a quel tavolo, specialmente 
        perché non c'era Joe. Ovviamente, dopo neanche 10 minuti non è 
        rimasto nessuno al tavolo: eravamo in bagno a fumare.
 GQ: 
        Ridendo di Sting, così dicono i giornali.Paul Simonon : Così si dice, ma non è vero
 GQ : Non mi interessa se non è vero, voglio perpetuare il 
        mito.
 Paul Simonon : Se avessi voluto dare una stoccata a Sting, l'avrei 
        fatto di persona; non ho bisogno di pettegolezzi in bagno.
 GQ: 
        La vostra celebrazione ha molto a che fare con il fatto che avete veramente 
        smesso di fare dischi e tournee, proprio come Cary Grant ha smesso di 
        fare film perché non voleva farsi vedere vecchio nella cinepresa.Mick Jones : Ha un sacco a che fare con questo. Credo che, in un 
        certo senso, la storia si scriva da sola ed è arrivata alla fine 
        quando Joe se ne è andato. Avevamo pensato di suonare all R'N'R 
        Hall Of Fame, ma non era cosa. Forse è andata bene così. 
        C'era una bella carota che ci dondolava davanti ed il denaro era interessante 
        ma
.
 Paul Simonon : Ma forse anche per Joe che ci stava lasciando, in 
        quel senso voleva dire va bene così
 Mick Jones : Va bene così, la fine di tutto.
 Paul Simonon : Il gruppo non si riformerà 
io voglio 
        solo dipingere, a dire la verità. E' divertente. Lo faccio per 
        me stesso. Sono fuori dal mondo musicale e non ho nessun bisogno di incrociare 
        persone del passato.
 GQ: 
        Cosa sarebbero i Clash se fossero ancora in giro adesso?Paul Simonon : Ascolta. Se avessimo continuato come Clash,credo, 
        a essere sinceri, che oggi saremmo solo un branco di rincoglioniti. E' 
        come se il giorno prima stai suonando davanti a un piccolo pubblico e 
        il giorno dopo sei così grande che c'è qualcuno che ti va 
        a prendere la pizza. Ti allontani sempre di più dal tuo pubblico. 
        E quello è sempre stato per noi un problema: abbiamo sempre voluto 
        essere parte del nostro pubblico.
 GQ: 
        Come vi siete sentiti allora quando avete suonato come gruppo spalla degli 
        Who allo Shea Stadium, davanti a centinaia di migliaia di persone? Sembrava 
        che vi divertiste un sacco
.Paul Simonon : E' stata una vera noia. Poteva essere diverso, ma 
        tendi ad esagerare nei salti quando hai da coprire un palco così 
        grande. Mi sono sentito come se ci stessimo allontanando dal nostro pubblico.
 GQ: Come è stato lavorare con Martin Scorsese in The King 
        Of Comedy ?
 Paul Simonon : Stava girando The King Of Comedy e ci chiese se 
        avevamo voglia di andare a farci un giro sul set. Una cosa tipo : "Sto 
        girando questo film per strada, avete voglia di starvene lì per 
        un attimo?". E noi : "Si certo. E' il nostro giorno libero, 
        perché no?". Ci ritrovammo ad aspettare dietro l'angolo e 
        lui ci riprese senza sonoro. Tutto lì. Scorsese è interessante 
        perché usa molta nostra musica per i suoi film e ha detto che se 
        si suona la musica dei Clash gli attori possono anche non parlare: lo 
        fa la musica. Scorsese e De Niro venivano molto spesso ai nostri concerti.
 GQ 
        : E' un gran complimento
.Paul Simonon : Lo è veramente. Ha detto che lavorando a 
        Gangs Of New York ascoltava il nostro primo album e Sandinista!
 GQ : Ti sei mai svegliato pensando
?
 Paul Simonon : Che devo riascoltare "London Calling" 
        ? No, mai. Ma proprio l'altro giorno pensavo che dovrei dare una riascoltata 
        a "Give 'Em Enough Rope": non ricordo più che canzoni 
        ci sono.
 GQ : Qual è l'ultimo brano dei Clash che hai suonato?
 Paul Simonon : Probabilmente Bankrobber, no
è stata 
        "I Fought The Law" perché volevo ricordarmi gli accordi 
        in caso venissi chiamato ad un party e volessero una strimpellata. Sono 
        stato a feste di compleanno e mi dicevano che era arrivato il mio turno 
        per fare qualcosa. Io non so raccontare barzellette, perciò suono. 
        "Bankrobber" sembra che sia ancora un gran successo nelle prigioni.
 GQ 
        : Hai mai avuto paura come punk?Paul Simonon : Non proprio, almeno fino a quando intorno ce n'erano 
        più di te.
 GQ: Quanto del punk è stato una faccenda di classe?
 Paul Simonon : E' stata una cosa che abbiamo dibattuto molto al 
        nostro interno, in quanto Joe aveva frequentato il collegio. Ma alla fin 
        dei conti, significava qualcosa? Quando incontrai Joe, era stirato come 
        me. Ok, aveva avuto un'educazione migliore della mia. E allora? E' quello 
        che fai con la tua vita che è più importante. Io non me 
        la bevo quella roba, che tu sia borghese o no, è quello che fai 
        con la tua vita che è importante. Questo è il punk. Ha cambiato 
        la loro vita ed anche la nostra.
 GQ 
        : Se foste ancora in giro, suonereste a grandi festival all'aperto 
        come Glastonbury?Paul Simonon : No, mi rifiuterei. E' un fottutissimo business hippy. 
        Capisco che sia una dolce gitarella di famiglia, ma che vada affanculo 
        : non voglio aver niente a che fare con gitarelle di famiglia con le rock-star. 
        Joe di solito ci andava, ma Joe era un po' hippy. Va bene. Non significa 
        che ci debba andare anch'io. Preferisco il carnevale di Notting Hill. 
        E' più alla mia portata culturale, musicale, di stile e di moda. 
        So che è ridicolo avere questi pensieri, ma non posso farci niente. 
        Sono cresciuto in una generazione completamente diversa, un quarto di 
        secolo fa. Perciò non è colpa mia.
 GQ : Odi ancora gli hippy, 25 anni dopo ?
 Paul Simonon : Non li odio. Solo che non voglio socializzare con 
        loro.
 GQ : I Clash sono stelle del rock'n'roll scomparse?
 Paul Simonon : Abbiamo sempre fatto tutto secondo le nostre regole. 
        Questa è la magia dei Clash, nel bene e nel male. Dal primo giorno 
        ho pensato che non sarebbe durata. Eravamo così seri al proposito, 
        il concetto di stare in un gruppo. Era una cosa veramente fragile, fino 
        al punto che qualcuno fece cadere il piatto e la cosa fini lì.
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